Andrea Bettinelli, il pilota osteopata che sa sempre la strada giusta per prevenire e curare i “dolori da due ruote”

Muscoli del collo, colonna cervicale, clavicola e scapola, colonna dorsale, muscolatura di braccia e avambracci, estensori e…

Muscoli del collo, colonna cervicale, clavicola e scapola, colonna dorsale, muscolatura di braccia e avambracci, estensori e flessori dita, muscolatura delle spalle, colonna lombare, addominali,  muscolatura degli arti inferiori: se il mondo delle due ruote dovesse indicare le parti del corpo più sollecitate e più soggette ad acciacchi, probabilmente indicherebbe, in ordine sparso, molte fra queste. A indicarle tutte mettendole per di più nell’esatto ordine di classifica, come se si trattasse di una gara, è invece un solo motociclista, ma che di muscoli e ossa più a rischio in sella alle due ruote se ne intende come pochi altri: per il semplice fatto che oltre a essere un motociclista (“passato direttamente dai 50cc a 14 anni in condivisione con mia sorella più grande, a una Yamaha XT 600cc del 1988 che posseggo ancora, regolarmente iscritta al registro storico”, prima di salire in sella con il trascorrere del tempo “a una KawasakiA Z750, una Honda VFR V-Tec, una Ducati Multistrada 1260S e infine una Ktm) è anche un osteopata e fisioterapista che di “acciacchi da due ruote” ne ha esaminati, curati e guariti diversi. Un osservatorio davvero particolare quello di cui dispone Andrea Bettinelli, diploma in Fisioterapia conseguito nel 2002 palla Facoltà di Medicina di Brescia, un’esperienza sul campo fatta subito alla Clinica Quarenghi a San Pellegrino Terme e il diploma in osteopatia ottenuto al la Scuola Cerdo di Roma dopo 6 anni di percorso professionale vissuti abbinando lavoro e studio. Un percorso destinato a guidarlo, dopo importanti esperienze vissute in vari Poliambulatori, fra cui Athaena a Bergamo e Avalon a Romano di Lombardia, con il quale collabora tutt’ ora, fino all’apertura di un proprio studio privato (www.andreabettinelli.it) in via Sant’ Antonino 3/D a Bergamo. L’ultimo traguardo di un percorso compiuto da un professionista guidato da sempre da un desiderio: “andare oltre l’approccio fisioterapico perché avevo bisogno di affrontare la problematica che il paziente mi portava nel modo più omnicomprensivo possibile, e l’osteopatia, tra le varie scelte, era quella che rispondeva nel modo più completo alle mie aspettative”, come spiega Andrea Bettinelli, sottolineando l’aspetto più importante: ovvero il fatto che “l ‘approccio osteopatico utilizza solamente il cosiddetto “tocco” manuale, cioè la sensibilità palpatoria che solo una mano, collegata al cervello e al cuore del terapeuta, può avere, affinandosi negli anni. Io non utilizzo macchine nel mio studio: tecar, ultrasuoni, laser, onde d’ urto non fanno più parte da molto tempo del mio modo di trattare. Se mi rendo conto che un paziente necessita di tali terapie, ho alcuni poliambulatori ai quali li rimando”. Salvo poi vedersi i pazienti tornare puntualmente da lui, nello studio diventato il principale punto di riferimento per moltissime persone alle prese con dolori diversi, frutto di patologie altrettanto diverse. Pazienti fra cui molti “colleghi motociclisti”, come spiega sorridendo Andrea Bettinelli, “anche se, almeno per ora, senza nessun professionista, ma tutti appassionati come me: naked, supersportive, custom, touring….uno, due, tre, quattro fino a sei cilindri…tutto quello che va a motore su due ruote mi piace”. Un continuo confronto con “casi di motociclisti” che ha contribuito a far crescere sempre più l’esperienza vissuta in diretta, con i segnali mandati da proprio corpo magari dopo un’impegnativa cavalcata su due ruote. “L’essere motociclista ha contribuito ad approfondire le diverse patologie di cui può soffrire un biker, magari per l’uso prolungato, magari affrontando percorsi impegnativi come gli enduristi”, prosegue Andrea Bettinelli. “Essendo anche io un pilota di moto , posso capire meglio le principali problematiche che una guida prolungata in pista piuttosto che in fuoristrada possono colpire il motociclista e agire di conseguenza, anche in modo preventivo”. Un concetto, quest’ultimo , particolarmente caro al pilota osteopata che, proprio per prevenire possibili problemi, magari anche più seri, dovuti a incidenti, ha deciso di  affinare la propria tecnica di guida “frequentando diversi corsi sia in strada , come nel caso di Gsss sulle bellissime strade tra Toscana e Abruzzo , che consiglio vivamente soprattutto per affinare la guida sul bagnato, sia in pista con la Ridingschool di Luca Pedersoli”. Corsi di guida ideali per aumentare la sicurezza e impedire il più possibile il rischio d’incidenti, spesso al,l’origine di possibili problemi ai quali può andare incontro in particolare un motociclista.  “E’ utile fare una distinzione fra quelle che sono le problematiche derivanti da un incidente, non per forza in moto, più o meno importante e tutte le altre”, prosegue Andrea Bettinelli. “Nel primo caso si parla di una condizione di equilibrio che viene perturbata da un evento traumatico (distorsioni, fratture, tagli con conseguenti interventi chirurgici e ricoveri ); nel secondo di dolori che si manifestano per sovraccarico, usura o cattive abitudini diciamo “posturali “. Nel primo caso sarà necessario un percorso fisioterapico di rieducazione, per ristabilire la corretta funzionalità del segmento colpito, per poi procedere con il rinforzo muscolare e il gesto specifico per ultimo. Il dolore, e qui a mio parere l’osteopatia fa la differenza, può essere affrontato analizzando oltre all’anatomia e al movimento della zona dolente, quali sono le abitudini del paziente/pilota, che lavoro fa, quanto tempo passa in moto, se c’ è stato qualche trauma in passato. Non sto dicendo che l’anamnesi, cioè la raccolta dei dati, non è considerata dalla fisioterapia classica, ma l’osteopatia lo fa in maniera più scrupolosa. Le zone più colpite? La cervicale, gli arti superiori in tutti i loro distretti (polsi, gomiti, spalle, scapole e clavicole)  e la parte dorsale alta. La regione lombare, per assurdo, secondo me è quella meno colpita perché spesso la seduta sulla moto è in grado di farla “lavorare” meno”. Problemi causati a volte da incidenti, cadute, ma molto spesso da altri fattori, meno traumatici, ma ugualmente con conseguenze fisiche spiacevoli: dalla postura e dalla tecnica di guida errati allo scarso allenamento… “La maggior parte dei problemi che affliggono un motociclista sono dovuti a sovraccarico, sia in caso di piloti professionisti sia in caso di amatori non adeguatamente preparati. Ma ci sono anche interventi chirurgici o abitudini posturali scorrette che l’utilizzo della moto non fa altro che evidenziare”. Problemi che, ribadisce Andrea Bettinelli, coinvolgono soprattutto “muscolatura del collo , colonna cervicale , clavicola e scapola, colonna dorsale , muscolatura di braccia e avambracci, estensori e flessori dita, muscolatura delle spalle, colonna lombare, addominali,  muscolatura arti inferiori. Esattamente in questo “ordine d’arrivo””. Problemi che, fortunatamente, molto spesso trovano una soluzione. Anche per casi particolarmente gravi. Come quello, ricorda il pilota osteopata, “di un paziente il cui corpo è stato in grado di recuperare dopo un trauma davvero importante. Possessore di una Guzzi con il classico bicilindrico a V, è stato investito da auto lateralmente: il cilindro della sua Guzzi gli ha disarticolato il piede in maniera gravissima, tanto che io dubitavo riuscisse a tornare ad avere un piede…suo. Più interventi chirurgici, trattamenti fisioterapici…e un po’ di sofferenza. Oggi è tornato a giocare a calcio e viene da me per dei trattamenti osteopatici al bisogno: è il classico caso dove all’ inizio è servito il trattamento fisioterapico  che gli ha permesso di tornare ad avere funzionalità al piede. A oggi il piede è funzionale quasi totalmente e il corpo del paziente si adatta a questo “deficit” . L’osteopatia permette al suo corpo di adattarsi al meglio a tale deficit”. Un piede, una delle parti più esposte a pericolo insieme alle gambe, alle braccia alle mani perché “in generale sono proprio gli arti,  sia superiori sia inferiori, i più a rischio: in caso di incidente la forza dell’impatto li allontana dal corpo rendendoli più vulnerabili a abrasioni, tagli o fratture. Poi ci sono il rachide, con in primis il tratto cervicale, lombare e poi dorsale. Per questo motivo è importantissimo viaggiare sempre protetti, con il giusto abbigliamento anche per andare a prendere le sigarette”. Un invito seguito da altri importanti consigli, da pilota e da osteopata fisioterapista, assolutamente certo che prevenire sia sempre meglio che curare…..” E’ importantissimo imparare qual è la posizione migliore sulla moto, l’appoggio plantare sulle pedane, la postura delle ginocchia leggermente flesse, la presa con le mani sul manubrio. Curando la posizione in sella si possono prevenire tanti dolori. Ovviamente esistono moto dove la triangolazione sella-manubrio-pedane è più votata alla comodità e quindi al turismo, e altre dove il comfort è sacrificato alle informazioni che deve darti ” l’anteriore” piuttosto che all’appoggio della coscia sul serbatoio per gestire al meglio una piega in pista. Io tutto questo l’ ho imparato frequentando i corsi in strada e pista”. E facendo l’osteopata invece cosa ha imparato? “Innanzitutto che il corpo umano è un sistema organico che funziona “in economia”, nel senso che se si trova in equilibrio non ha nessun tipo di manifestazione che si discosta dal senso di fame, sete e stanchezza. Ognuno di noi dovrebbe soddisfare queste necessità primarie e primordiali aiutandosi con una buona alimentazione e un’attività fisica costante. Contemporaneamente ho appreso che una postura scorretta, movimenti eseguiti male, le sequele meccaniche di un trauma o un intervento chirurgico possono destabilizzare questo equilibrio e che il nostro corpo manifesta il disequilibrio con il dolore. L’ osteopatia ha l’obiettivo, grazie all’ anamnesi e a test palpatori di trovare le zone del corpo che hanno perso mobilità e, solo manualmente, ristabilirla. Tutto ciò si traduce in uno stimolo del corpo a ritrovare il suo equilibrio originario e quindi il benessere” . E la fisioterapia invece cosa le ha insegnato? “La fisioterapia è quel ramo della medicina che si occupa di ristabilire la funzionalità di un segmento articolare, muscolare, neurologico ma anche in ambito cardiologico piuttosto che respiratorio dopo un trauma, un intervento chirurgico o successivamente a un ricovero. Recuperata la funzionalità il paziente sarà in grado di tornare a svolgere la sua attività, lavorativa o sportiva che sia. La fisioterapia, a differenza dell’osteopatia, si può avvalere del supporto delle terapie fisiche come  tecar, ultrasuoni e laser che possono velocizzare i tempi di recupero. Direi che i due approcci, realmente, possono essere l’ uno conseguente all’altro, paralleli ma anche sostituirsi”. Un ultimo consiglio: qualche esercizio da poter praticare anche a casa per il motociclista della domenica…. “Direi che sono gli stessi esercizi che ognuno di noi dovrebbe fare prima di iniziare la giornata, sia che si inforchi la moto, sia che ci si sieda in auto o sul treno. Da distesi, con gambe piegate e piedi appoggiati, mani sulle ginocchia: senza fare forza con addominali, durante l’espirazione, portare le ginocchia al petto, senza sforzare. Stessa posizione, braccia lungo i fianchi, o incrociate sul petto, senza avvicinare il mento allo sterno, sollevare la schiena ma solo fino alle spalle, non di più (addominali leggeri). Da seduto, mobilizzare il collo in tutte le direzioni, molto lentamente: destra – sinistra , alto – basso, laterale destra – laterale sinistra  (avvicinare l’ orecchio alla spalla sullo stesso lato del corpo. Ognuno di questi esercizi ripetuto 10 volte. Volendo li si può fare appena tornati dal nostro giro in moto….”.

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